Nel mondo delle arti marziali, l’onore, l’integrità, la disciplina, il duro lavoro e l’abilità sono stati per lungo tempo i pilastri su cui si è costruita una tradizione consolidata.
Tuttavia, nell’era digitale in cui il click vale più dell’esperienza, stiamo assistendo a un fenomeno allarmante: la proliferazione di “maestri” delle arti marziali che sacrificano la qualità a favore della quantità, tutto a beneficio delle visualizzazioni e dei follower.
Oscar Wilde una volta disse: “Non importa che se ne parli bene o male, l’importante è che se ne parli”.
Questa citazione sembra risuonare con coloro che, anziché dedicarsi all’insegnamento logico e alla divulgazione di tecniche marziali valide, preferiscono generare contenuti privi di logica marziale, funzionalità e utilità, al solo scopo di ottenere visibilità sui social media.
Questi “maestri” si sono trasformati, o vogliono trasformarsi, in guru del web, vendendo immagine a spese del contenuto.
Pubblicano di continuo video privi di qualsiasi stimolo allenante reale.
Tutto ciò non solo denigra le arti marziali in genere, ma danneggia coloro che cercano validi insegnanti per apprendere e crescere in un percorso marziale che abbia senso.
Inoltre, il loro comportamento irresponsabile non fa altro che alimentare un circolo vizioso: più visualizzazioni significano più follower, e più follower significano ancora più visualizzazioni.
Nonostante vengano derisi da tantissimi che commentano questi video, tali “maestri” continuano imperterriti a pubblicare contenuti vuoti, poiché sanno che, indipendentemente dalle critiche, l’algoritmo dei social media favorisce la visibilità a scapito della qualità.
Il pericolo di questa tendenza va oltre la mera mancanza di contenuto educativo.
Le persone che frequentano questi corsi rischiano di sviluppare una falsa sicurezza nelle proprie capacità potenziali di difendersi in situazioni di pericolo.
L’illusione di competenza può risultare devastante in situazioni reali di pericolo, dove la mancanza di una formazione adeguata può avere conseguenze gravi.
Come porre rimedio a tutto ciò?
Non visualizzare, non condivedere e non parlarne. Neanche per gioco.
Nel rispetto del buon senso e di una divulgazione “sana” che non conduca necessariamente ad un declino marziale.