Quello che segue è un articolo scritto da Bruce Lee nel 1969 sul Chi Sao, l’esercizio che più caratterizza lo Stile del Wing Chun Kuen cioè Arte marziale da lui praticata ad Hong Kong.
Lee chiarisce che quanto afferma rappresenta la sua personale interpretazione dell’ esercizio, maturata grazie alla propria esperienza di apprendimento e a quella successiva di insegnamento.
Dal testo emergono alcune questioni ancora attuali benché si tratti di pensieri ed esperienze che risalgono a più di 50 anni fa.
Inoltre i concetti espressi da Lee sono del tutto assimilabili a quelli che abbiamo trovato nel nostro percorso attraverso il Wing Chun della scuola di discendenza Wong Shun Leung – Philipp Bayer, ciò ci ha portato a riflettere sui parallelismi tra le parole usate da Lee e quelle che usiamo ai nostri giorni nella pratica quotidiana.
1. Il Chi Sao è un esercizio.
Non è combattimento. Pensarlo come una forma di Sparring è errato. Esso “è un mezzo per un fine”, frase che usiamo fin dalla prima lezione.
Come lo stesso Lee dice esso “è un modello di allenamento strutturato per fare da linea guida…”.
2. Andare dritti in penetrazione.
Mentre si pratica il Chi Sao, occorre usare principalmente energia diretta in avanti e linee rette di penetrazione sia in attacco che in difesa come, esempio di Bruce, nell’esecuzione del Bong Sao (“semi arco deviante”). Lee utilizza il termine di flusso di energia, quello che nel nostro lineage definiamo come “scambio forza” per evitare la parola “energia” locuzione ampia, foriera di concetti vaghi che potrebbero portare il praticante lontano da quello che è lo scopo del Wing Chun: colpire ed aprire la strada per colpire.
3. Efficacia nell’ approccio.
Lo scambio forza/flusso di energia in avanti, precisa Lee, deve essere eseguito in modo costante, in quanto modalità propedeutica ad acquisire e far acquisire al compagno efficacia nelle applicazioni pratiche.
Dunque sottolinea che il termine “energia” non deve essere considerato “come una sorta di misterioso potere interno come gli altri insegnanti vorrebbero far credere ai propri studenti”.
L’energia a cui Lee si riferisce rispetto al Chi Sao è energia/forza cinetica prodotta biomeccanicamente da tutto il corpo grazie alla corretta coordinazione di tutte le sue parti.
Entrare in concetti di “poteri interni” o altre nozioni esoteriche simili potrebbe portare il praticante in un mondo astratto dove tutto è possibile e dicibile con il rischio, di contro, di allontanarsi dal principio di realtà e dalla finalità specifica dell’arte marziale. Questo era chiaro ed evidente a Bruce Lee già 54 anni fa.
4. Principio del gomito fisso.
Il gomito è rivolto all’interno e deve rimanere immobile, fisso: questa caratteristica, oltre a rispondere a precise esigenze pratiche, è un segno distintivo dello stile. Per “fisso” non si intende inamovibile, bensì che esso non deve cedere durante i movimenti delle braccia e delle mani che, invece, restano sempre pronte ad adattarsi e cambiare in relazione alla situazione. Tale principio viene appreso fin nella prima forma “Siu Lim Tao”.
5. Taglio strada e linea centrale verso l’avversario.
Lee afferma che il praticante di Wing Chun deve “mantenere il centro” e lasciare che l’avversario si muova intorno ad esso così da negargli l’allineamento con la linea centrale ( e quindi lascisrgli libere linee di attacco più lunghe). Se il praticante , invece, si trova lui esterno all’asse di combattimento deve muoversi “tagliando” verso il centro ma mantenendo la propria linea centrale protetta nei confronti dell’avversario dal principio del gomito fisso. Si tratta della descrizione dei concetti di “proteggere il centro” e “taglio strada”, noti ed allenati dai praticanti fin dalle primi approcci alla disciplina.
È interessante notare la somiglianza e la continuità di idee tra l’approccio del “piccolo drago” e la pratica odierna nonché, purtroppo, la permanenza di talune incomprensioni dell’ambiente sull’utilizzo degli strumenti della disciplina.
Sta alle nuove generazioni continuare a praticare e diffondere il Wing Chun Kuen correttamente affinché prima o poi queste ultime vengano risolte.
Buona lettura.
Traduzione a cura di Simone Pietrobono ed Enrico Ferretti
“Il Chi Sao, l’arte delle “braccia incollate”, è un metodo unico di allenamento che viene dallo stile Wing Chun, uno stile della Cina del Sud capeggiato da Mr Yip Man di Hong Kong. È stato da Mr Yip Man che ho iniziato a praticare lo stile del Wing Chun.In effetti ci sono molti approcci alla pratica del Chi Sao: alcuni lo praticano per affinare l’abilità tecnica, alcuni per posizionare la mano in modo istintivo e corretto, alcuni vedono il chi sao come un esercizio di potenziamento mentre altri per affinare il senso del tatto. Il Chi Sao è tutto questo e molto di più.Quello che segue è la mia personale interpretazione del Chi Sao, il metodo dello Sticking Hand del Wing Chun.Nei miei anni di insegnamento del Chi Sao l’ho considerato come un allineamento psicofisico sottolineando quello che definisco come flusso di energia costante. Questa definizione, il flusso costante, non fu menzionata nell’insegnamento dello stile del Wing Chun.Voglio qui sottineare che il mio approccio aiuta l’efficacia e le applicazioni, ma sicuramente non è da considerare come una sorta di misterioso potere interno come gli altri insegnanti vorrebbero far credere ai propri studenti. Nel lo stile del wing chun il chi sao viene praticato sia con un braccio che a due braccia. Facendo girare le braccia in armonia ed in contrasto i praticanti coltivano il flusso dell’ energia. Il praticante dovrebbe mantenere il flusso costante e colmare ogni possibile spazio, mentre entrambi ruotano e girano.Man mano che l’allenamento prosegue tanto più l’energia sarà affinata, tanto più il flusso passerà negli spazi più ristretti. Imparare il Chi Sao correttamente richiede un esperto istruttore che guidi il suo studente passo dopo passo consentendogli di alimentare il corretto flusso come un Generatore che alimenti la batteria elettrica. Nelle mani di un principiante il Chi Sao può diventare un arido incontro di wrestling faticando su e giù, a destra e a sinistra. Questa è una pratica difficoltosa che non solo ostacolarà la comprensione ma porterà un avversario scaltro ad un contrattacco istantaneo.Far fluire correttamente l’energia dalle vostre braccia è come far fluire l’acqua attraverso un tubo. Se l’acqua viene aperta o chiusa il tubo sobbalzerà.
Negli anni 50 Quando eravamo alle scuole superiori ad Hong Kong, praticavamo ogni giorno durante le pause e dopo la scuola. Tuttavia non c’era un flusso costante di energia nelle nostre braccia e come risultato la nostra energia era incostante causando entrate da parte del nostro compagno, specialmente durante il giro e la rotazione.Dalle posizioni del Chi Sao ciascun praticante cerca di ottenere il massimo vantaggio rispetto l’altro in un modo preciso.

Con il flusso di energia il difensore fa fluttuare e dissolve la forza dell’opponente come una barca che si lanci senza esitazione nel mezzo delle onde turbolente, prende in prestito la forza di chi attacca per completare il suo contrattacco. Tranne nel caso delle posizioni ad una braccio tutte le altre hanno il gomito verso l’interno. Questa posizione del gomito dentro è importante nel Wing Chun in quanto funge da dispositivo di ammortizzazione o deviazione, fornisce forza ausiliaria nel caso in cui il polso subisca un improvviso aumento di pressione a causa dell’ attacco avversario.
Il gomito rivolto all’interno è il marchio di chi pratica Wing Chun. Il gomito posizionato all’interno è il centro immobile – non nel senso di morto – che non cede mentre l’avambraccio e la mano sono pronti a cambiare e ad adattarsi. Così le braccia sono morbide ma non cedevoli, forti e pronte ma non dure e rigide.
Si può classificare il Wing Chun come uno stile morbido, non ho mai creduto a queste differenze. Comunque paragonando ad altri cosiddetti stili morbidi il Wing Chun ha una struttura più economica. Anche le differenti posizioni delle braccia possono essere utilizzate nella pratica del Chi Sao rendendole abbastanza versatili.

Offensivamente il Chi Sao del Wing Chun utilizza principalmente energia diretta in avanti. Difensivamente fa uso di un arco deviante e di linee dirette di penetrazione. Il praticante di Wing Chun mantiene il centro mentre lascia che il suo avversario si muova intorno la circonferenza. Imparerà cosi a vedere le azioni del suo avversario in modo più economico così da non esagerare con movimenti extra bensì muovendosi dritto fuori dal centro oppure di “quel tanto che basta” da fuori a dentro con la sua linea centrale ben protetta dal suo gomito.Il Chi Sao del Wing Chun specialmente con l’energia fluente contribuisce a formare integralmente l’artista marziale.
Tuttavia non deve essere considerato come una soluzione per tutto bensì come un mezzo per un fine. Alcuni praticanti vedono erroneamente il Chi Sao come un modo di combattere cosa che non è. Piuttosto è un modello di allenamento strutturato per fare da linea guida nell’apprendimento di un particolare stile.Questo consente al Wing Chun di studiare le linee e gli angoli più economici e sopratutto di coltivare la percezione del flusso costante di energia.”