Nel Ving Tsun, la velocità e la precisione dei colpi sono fondamentali per ottenere la meglio in uno scontro.
Ma cosa succede davvero quando si colpisce qualcuno con una serie di pugni veloci alla testa?
Perche nel Ving Tsun, se si sferrano due pugni veloci alla testa di qualcuno, questo verrà, con molta probabilità messo KO?
La risposta sta nella biomeccanica del cranio umano.
Il primo pugno fa sì che il cervello si sposti da un lato del cranio, causando un trauma cerebrale.
Questo è già sufficiente a destabilizzare gravemente l’avversario.
Tuttavia, è il secondo pugno veloce che completa il lavoro.
Se il secondo colpo arriva prima che il cervello abbia avuto il tempo di riprendersi e ristabilizzarsi, la persona verrà messa KO.
Questo perché il secondo impatto amplifica il danno cerebrale già inflitto dal primo colpo, aumentando la probabilità di causare perdita di coscienza.
Ma c’è un dettaglio importante da considerare: il tempo.
Se si ritrae la mano per dare il secondo pugno, il cervello ha più tempo per recuperare e adattarsi al trauma subito.
In questo caso, il risultato potrebbe non essere un knockout.
Tuttavia, se continui a colpire con rapidità e continuità, senza dare al cervello il tempo di recuperare, le probabilità di mettere KO l’avversario aumentano notevolmente.
Questa è la ragione per cui nel Ving Tsun si enfatizza l’importanza di pressare l’avversario, senza dare tregua.
La strategia di colpire con una serie di colpi rapidi e continui non solo aumenta le possibilità di mettere KO l’avversario, ma crea anche un’opportunità per controllare il flusso del combattimento e mantenere il controllo della situazione.
Per tale motivo le tecniche del Ving Tsun si basano sulla velocità, la precisione e la continuità dei colpi.
Comprendere come sfruttare al meglio questi principi può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta in uno scontro.