Le 6 abilità del combattimento

I 6 PUNTI DEL VING TSUN KUEN

Abbiamo già visto come il Ving Tsun Kuen abbia un approccio estremamente pragmatico al combattimento:

Le 6 abilità del Ving Tsun Kuen esprimono in senso “pratico” le linee guida della disciplina (al di là dei classici motti sibillini e quindi interpretabili a piacere) e costituiscono lo “Schema di Ishikawa” della disciplina, secondo una logica consequenziale e interconnessa.

I sei punti del Pugilato Ving Tsun sono:

1. Potenza nel Pugno:

Qualsiasi disciplina usi i colpi sa benissimo che la capacità di accelerare gli arti per scaricare quanta piu forza sul bersaglio è elemento tanto fondamentale quanto banale da sottolineare.

Detta qualità dipende da il livello di Forza Massima e Forza Esplosiva (Potenza), la Coordinazione Intra ed Inter muscolare, elasticità, mobilità articolare e flessibilità possedute dal praticante. Tutte queste qualità devono poi essere allenate in modo che si abbia un “Transfer” sul bagaglio tecnico.

Il Ving Tsun non fa eccezione e gli esercizi fondamentali del Chi Sao come il “Ponn Sao” e il “Tui Ma-Seung Ma” hanno proprio lo scopo di allenare la coordinazione, la struttura e la muscolatura per colpire efficacemente fin dai primi approcci alla disciplina.

A questo si uniscono ovviamente tutti gli altri esercizi atti allo scopo come quelli di preparazione fisica generale, speciale, ai Sacchi, ecc..

Anche l’uso del corpo e lo sfruttamento dei vari metodi di generazione della Forza ( es.: traslazione del peso, rotazione, caduta, rimbalzo pliometrico, ecc.) sono importanti al fine della Potenza nei colpi e fanno parte dell’allenamento del Ving Tsun.

La cura dell’esplosività e quindi della Potenza dei colpi è ancora più fondamentale in una disciplina, come il Ving Tsun, in cui la distanza preferita è la medio-corta e che quindi non permette i tempi e gli spazi dilatati della lunga distanza per accelerare gli arti che colpiscono.

2. Pronti a Colpire ( Ready to Punch)

Avere una buona capacità di estrinsecare Forza Esplosiva non è sufficiente se poi in combattimento non si è pronti a sfruttarla nel momento giusto e nel modo giusto, oppure se si è esposti ai colpi avversari. Per questo il secondo elemento fondamentale del Ving Tsun è essere sempre pronti a Colpire sia mentalmente che fisicamente. Questo si esplicita fisicamente nella regola di avere il “Wu Sao” ( mano posteriore, di guardia) sempre nella posizione giusta in relazione alla situazione, pronta a colpire ma al contempo a difendere se dovesse servire. Questa idea, in linea con l’atteggiamento tattico prettamente offensivo del Ving Tsun ( “attaccare l’attacco” ), è allenata maniacalmente con esercizi coordinativi che sviluppano l’automatismo di portare il Wu Sao sempre in posizione senza dover pensare, come abitudine tecnica che bypassa la coscienza.

Collegata al principio di usare le due braccia contemporaneamente ( “difesa e attacco contemporanei”) il “ready to punch” si esprime dai “pugni a catena”, al ” Bong Sao-Wu Sao”, al “Kwan Sao” e in tutte le tipiche azioni della disciplina, che infatti vedono le due braccia agire all’unisono seppur con movimenti e scopi diversi.

Un ritardo o un mancato posizionamento del Wu Sao nel migliore dei casi farà perdere il momento giusto per attaccare, nel peggiore, cioè nel caso in Wu Sao dovesse essere usato in difesa, aprirà la strada all’attacco avversario che troverà così un facile bersaglio scoperto.

3. Strategia o Occasione:

Il secondo punto porta direttamente al terzo, cioè alla Strategia del Ving Tsun che si basa proprio sul riconoscere, sfruttare o creare l’Occasione per colpire senza, possibilmente, essere colpiti.

Per riuscirci si usano ovviamente una grande varietà di Tattiche e Tecniche ma che possiamo sintetizzare in pochi punti fondamentali.

Cercare la via più breve al bersaglio ( possibilmente rettilinea o più vicina ad una retta, quindi), usando gli arti in coordinazione ( le due braccia più il Footwork di gambe) per essere pronti a Colpire, creando angoli o aprendo la strada per colpire se fosse coperta dalla guardia avversaria ( ” cercare il ponte”, “Lut Sao Jik Chung”, ecc.).

Il tutto mettendo e mantenendo l’avversario in “Disagio Tattico” cioè in posizioni e distanze che rendano per noi facile colpire e per lui difficile, tipo: in equilibrio precario, con il suo Asse di Combattimento che non punta alla nostra Linea Centrale mentre il nostro punta sulla sua ( ” lui fuori, io dentro”), in angoli che lo obblighino a traiettorie più lunghe delle nostre per colpirci ( “presa angolo favorevole” ), in posizioni e distanze in cui possiamo colpire facilmente con entrambe le braccia mentre lui può usare più o meno agevolmente un solo lato del corpo, ecc. (“aderire all’avversario” cioè mantenere la pressione offensiva fino a sconfiggerlo).

Ovviamente il “Disagio Tattico” sia quando si palesa per caso ( es.: l’avversario si distrae o fa un errore) sia quando viene creato da noi con le nostre azioni ( angolarsi, taglio strada, Footwork in pressione, combinazione a segno, ecc.) dura una frazione di secondo e l’Occasione va sfruttata nella finestra temporale brevissima disponibile. Ecco che bisogna essere quindi sempre “Pronti a Colpire”, in Equilibrio e, se servisse, pronti anche a creare una nuova situazione di Disagio Tattico all’avversario.

4. Equilibrio o Struttura

Anche l’Equilibrio è elemento fondamentale di qualsiasi disciplina e nel Ving Tsun è il primo elemento che viene introdotto per poi passare agli altri elementi da esso derivanti.

Una posizione equilibrata, sia come distribuzione dei pesi sugli appoggi che come posizionamento degli stessi, è fattore imprescindibile per generare Potenza, per un Footwork dinamico ed efficace, per poter applicare tutto il bagaglio tecnico-tattico senza limitazioni di nessun genere.

Ecco dunque che il concetto di “Verticalità” viene presentato fin dall’inizio con la prima Forma ( Siu Lim Tao), abbinato subito alla “Struttura” cioè alla corretta coordinazione di tutti i segmenti corporei sia a vuoto che gestendo pressioni ed energie che rendano coscienti su come farlo ( Poon Sao, Teu Ma-Seung Ma, ecc.) e potenzino la muscolatura coinvolta.

Per Equilibrio si intende ovviamente quello dinamico, cioè quello che si usa in combattimento e che quindi verrà costantemente messo alla prova, perso e recuperato.

In questo senso è spiegata l’attenzione e la gran mole di lavoro dedicati nel Ving Tsun al “Recupero” di posizioni, angoli e situazioni svantaggiosi, di cui parleremo dopo al punto 6.

Tutto ciò, ancora una volta, deve diventare automatico e và fatto senza pensare, in accordo con la situazione concreta, per questo esercizi e Drills sul tema sono numerosi sia nel Chi Sao che negli altri Mezzi di Allenamento usati, così da avere un ampio bagaglio di input e risposte automatizzate.

Come si nota, arrivati fin qui, l’agire o colpire senza intervento del pensiero cosciente creando automatizzazioni di varia natura ( ad esempio: il concetto di “Lut Sao Jik Chung”) sono elemento centrale in tutto il Ving Tsun e sono particolarmente utili nella medio-corta distanza in cui i tempi per agire/reagire sono serratissimi. Le automatizzazioni sono una “risposta adeguata a stimoli non noti’ ( imprevisti o imprevedibili) creata con l’allenamento.

Tema collegato con l’Equilibrio, e anch’esso fondamentale, è quello dell’ “Abidestrismo” inteso sia come equilibrio tra la parte destra e sinistra del corpo sia come unico elemento che permette di usare all’unisono le due braccia e di essere efficaci indipendentemente dalla guardia o posizione adottati ( “Ching Ying”, fronteggiare l’avversario col corpo simmetrico).

Senza Abidestrismo non c’è un buon Ving Tsun quindi.

5. Tempismo ( Timing)

Abbiamo già visto che il Disagio Tattico dura attimi, che la coordinazione tra segmenti del corpo, braccia, Footwork sono fondamentali, che la gestione di angoli e distanze sono importanti. Tutto ciò è già espressione, in una parola, del giusto Timing.

Il Tempismo è quindi l’elemento che permette di sfruttare le Occasioni, di recuperare gli Errori e di sviluppare tecniche efficienti.

Dal punto di vista Tattico è una qualità legata intimamente al nostro Sistema Nervoso Centrale ( come la Forza Esplosiva del resto) e collegato al concetto di “Rapidità d’Azione” cioè la capacità di percepire stimoli afferenti ( visivi, tattili, acustici, propriocettivi), discernerli in mezzo a quelli “non significativi”, elaborare una risposta e metterla in atto. Il Ving Tsun è in assoluto una delle discipline con il maggior lavoro e la metodologia più ampia sullo sviluppo della rapidità d’azione e delle automatizzazioni ad essa collegate per abbassare i tempi di risposta ( tempo di latenza). Grazie ad essa è possibile sviluppare e sfruttare il giusto Timing per essere efficaci.

6. Auto Correzione

Questo concetto può essere inteso sia dal punto di vista Tattico che da quello Didattico/Metodologico.

Dal punto di vista Tattico questa idea è esplicitata dalla frase di Philipp Bayer : ” da una cattiva posizione ad una migliore, da una migliore ad una buona, da una buona ad una perfetta”. Ciò indica che il continuo condizionamento del Ving Tsun nel cercare o recuperare angoli, distanza, verticalità, posizioni, ecc. deve diventare automatico e aiutare a recuperare gli errori e le situazioni di difficoltà che in combattimento possono verificarsi in qualsiasi momento ( quando si subisce il “Disagio Tattico”).

Dal punto di vista Didattico/Metodologico si riferisce agli strumenti di allenamento del Ving Tsun come Forme, Uomo di Legno ( Dummy) ed esercizi con il Partner ( Chi Sao, ma non solo) che hanno la precisa funzione di sviluppare le automatizzazioni e nel contempo dare al praticante l’esatta percezione della correttezza o meno dell’esecuzione.

Ad esempio il noto fenomeno dell’ ‘overshootting” nel Chi Sao o nei Drills, la poca stabilità nel Poon Sao o nel Tui Ma-Seung Ma, angoli e distanze che non consentono il corretto contatto col Dummy sono tutte spie di problemi e al contempo indicazioni su cosa bisogna correggere con gli strumenti messi a disposizione dal Ving Tsun stesso.

Questi sei punti sono le linee guida che possiamo trovare in tutti i Mezzi di Allenamento che la disciplina utilizza e nella sua applicazione pratica in combattimento. È facile notare come siano concetti assolutamente aderenti al Ving Tsun di Wong Shun Leung e quindi al combattimento realistico in generale.

a cura di Enrico Ferretti