Ogni arte marziale si distingue per strategie e tattiche caratteristiche e proprie della disciplina.
La strategia è il piano di azione, la modalità con cui si sceglie di affrontare la situazione per raggiungere il risultato. In sintesi come si vuole andare da “A” a “B”.
La tattica rappresenta, invece, le azioni specifiche da compiere per raggiungere l’obiettivo. L’uno non può prescindere dall’altra.
“… la strategia senza la tattica è la più lenta strada per raggiungere la vittoria. La tattica senza strategia è il rumore che precede la sconfitta” (Sun Tzu).
Le tecniche, invece, sono le modalità di esecuzione pratica con cui si mette in atto la tattica specifica.
Il Ving Tsun ha tecniche di riferimento ben precise.
Quella principale, è il pugno dritto verticale con il gomito chiuso. Altre tecniche invece servono per coadiuvare l’arma principale (il pugno, come sopra precisato) e, dunque, per aprire la strada per colpire (es. Paak Sao, Jaat Sao, Bong Sao, Laap Sao) oppure per proteggersi e contemporaneamente essere sempre pronti a colpire (Wu Sao).
Tutte queste tecniche aiutano a porre in essere la tattica specifica per raggiungere l’obiettivo principale del Ving Tsun: terminare il combattimento in breve tempo.
La strategia del Ving Tsun per raggiungere tale obiettivo, è arrivare con le proprie armi (pugni) dentro la guardia dell’avversario mettendo lui e le sue braccia fuori dalla linea di attacco.

Nello sparring è necessario utilizzare le tecniche tipiche del sistema. Se non si riescono a portarle all’interno del combattimento libero significa che le modalità di allenamento utilizzate e gli stimoli allenanti non sono stati utili a condizionare il corpo. Ergo, mi sto allenando male o in modo da non “fissare” le tecniche specifiche del sistema.
Ad ogni buon conto, osservare due praticanti che fanno sparring fra loro è una prova per capire se ci si è allenati bene e, soprattutto, si siano trasmessi i metodi di allenamento e gli stimoli allenanti corretti.
Occorre verificare, dunque, se nello sparring libero si riescono a portare le tecniche specifiche del sistema in relazione alle tattiche necessarie per attuare la strategia tipica della disciplina.
Ad esempio, una delle tecniche più allenata è il Bong Sao (braccio ad ala).

Esso viene allenato ripetutamente in tutti gli esercizi del Chi Sao e nelle forme. Nella seconda forma (Chum Kiu) viene eseguito 24 volte.
Eppure quasi mai questa tecnica viene utilizzata quando si vedono due praticanti di Ving Tsun che si allenano nello sparring libero. E questo, purtroppo, capita anche per altre tecniche.
A questo punto, una riflessione di buon senso appare necessaria, altrimenti si finirebbe per snaturare la disciplina creando compartimenti stagni tra le forme, il chi sao, e l’allenamento libero.
A cura di Simone Pietrobono