Quando un insegnate si può considerare un “buon maestro”

Quali sono o dovrebbero essere le caratteristiche di un “buon maestro”? Che caratteristiche dovrebbe avere un esperto di arti marziali per definirsi “un buon maestro?”.

Quanto incide il rapporto con il maestro nella formazione degli allievi?

1. Conoscenza Tecnica: chi insegna qualcosa si presuppone abbia una profonda conoscenza e padronanza delle tecniche e dei principi cardine fondanti della disciplina.

Purtroppo questo, da solo, non è sufficiente. Occorre anche e soprattutto avere delle capacità umane essenziali allo scopo con una buona struttura di valori, etica e morale.

2. Empatia. il maestro dovrebbe capire chi ha di fronte e soprattutto far proprio qual’è lo scopo dell’allievo.

Dovrebbe rispondere a queste domande: perchè questo studente vuole far parte della scuola? quali sono i suoi obiettivi? Cosa lo ha portato qui? Che esperienze pregresse ha? Quali sono le sue credenze sulle arti marziali? Che aspettative ha dalla disciplina che vuole imparare?

Questo è indispensabile per adattare il percorso didattico nel modo più corretto in relazione alle capacità e agli scopi specifici dell’allievo.

3. Chiarezza e sincerità. Ogni maestro dovrebbe essere prima di tutto chiaro e sincero con se stesso ma soprattutto instaurare un rapporto sincero e diretto con gli allievi al fine di indirizzarli correttamente ed evitare l’insorgere di dubbi o senso di inadeguatezza rispetto a ciò che si sta facendo e come lo si sta facendo.

4. Comunicazione. Avere le più basiche capacità comunicative è tutto. Oltre per la chiarezza delle spiegazioni di concetti teorici e pratici, il maestro dovrebbe avere la padronanza ad entrare in “relazione” con l’allievo trovando il canale migliore per comunicare in relazione a chi si ha davanti ed al contesto specifico, comprendendo e facendo propri i feedback dell’allievo.

4. Pazienza. Ogni maestro dovrebbe avere la pazienza, nei confronti dei propri studenti, di rispettare e riconoscere i tempi soggettivi di apprendimento durante gli allenamenti e nell’affrontare insieme le difficoltà tipiche di chi sta imparando.

5. Organizzazione. Ogni maestro dovrebbe avere anche ottime capacità organizzative.

A tal fine deve essere capace di sviluppare, in modo consono, i programmi di allenamento. Il maestro deve essere in grado di creare un programma didattico ben strutturato che comprenda una progressione logica di argomenti in relazione a diversi livelli di abilità.

Il programma didattico serve agli allievi ad avere quella progressivività necessaria a garantire l’acquisizione delle necessarie competenze in modo graduale, costante e sistematico.

Il maestro, dovrebbe essere abile a:

– Pianificare le Lezioni:

Per garantire un’educazione completa e ben strutturata, il maestro dovrebbe essere in grado di pianificare le lezioni in relazione a quali tecniche, concetti o strategie verranno insegnati in ogni sessione di allenamento in relazione alle precedenti sessioni.

– Adattare l’allenamento: maestro deve essere in grado di adattare i programmi didattici e le sessioni di allenamento in base alle esigenze degli studenti e alle circostanze specifiche della scuola.

Per questo è importante aggiornare i programmi per soddisfare le esigenze di gruppi di età diversa, livelli di abilità ed obiettivi individuali differenti.

– Valutare, analizzare, variare. Il maestro deve essere in grado di valutare l’efficacia dei programmi didattici e di allenamento e apportare modifiche o gli aggiornamenti in base ai risultati.

A tal fine è fondamentale empatizzare con l’allievo al fine di valutare i feedback di apprendimento e rendimento della disciplina. Per questo il maestro dovrebbe essere in grado di osservare le abilità degli studenti durante le lezioni e adattare i programmi e le sessioni di allenamento in base agli obiettivi della scuola e dei praticanti.

Anche variare le sessioni di allenamento o i programmi didattici è fondamentale per stimolare gli studenti e mantenerli impegnati ed interessati.

Per questo è importantissimo essere aperti a diverse o nuove concezioni di allenamento e ai nuovi o diversi strumenti e mezzi didattici (uso di colpitori, esercizi di riscaldamento, esercizi psico motori, di coordinazione ecc.)

– pianificare e gestire il tempo. Il maestro deve essere in grado di pianificare le lezioni, i seminari, gli eventi e altre attività della scuola in modo funzionale a garantire una corretta e seria divulgazione e sviluppo della disciplina

6. Formazione Istruttori

Il ruolo del maestro non si esaurisce nella trasmissione di conoscenze e competenze agli studenti. Un aspetto cruciale del lavoro di un insegnante è la divulgazione della disciplina nelle future generazioni. Questo avviene attraverso la necessaria capacità di formare e guidare i propri istruttori.

Questo compito, non si esaurisce in una profonda conoscenza dell’arte marziale.

Esso richiede specifiche abilità interpersonali, comunicative e pedagogiche che consentono di coltivare il potenziale dei futuri istruttori.

Progettare ed organizzare programmi efficaci, sessioni di allenamento altamente formative, adattare gli approcci didattici alla soggettività degli studenti valutando periodicamente il progresso dell’apprendimento è solo una parte di ciò che dovrebbe fare un insegnante per essere definito un buon maestro e per trasferire queste competenze e capacità ai propri istruttori per aiutarli a diventare bravi e competenti insegnanti, e metterli in condizio e di divulgare la disciplina nel modo più congruo.

Il maestro deve accogliere i propri istruttori con forte empatia comprendendo i loro bisogni e le loro esigenze anche in termini di sfide e obiettivi, fornendo supporto tecnico ed emotivo.

7. Leadership ed esempio:

In sintesi, un maestro che forma i propri allievi e/o i propri istruttori dovrebbe essere un leader che ispiri, da seguire. Deve dimostrare impegno costante e professionalità ma soprattutto incoraggiare la collaborazione e il lavoro di squadra mostrando un forte senso morale e di etica professionale.

Un maestro dovrebbe dare esempio per ispirare e motivare i propri istruttori a dare il meglio di sé ed esprimersi.

7. Indipendenza ed espressione del sè. un “buon maestro” non pone mai il proprio allievo sotto di sé facendolo sentire inadeguato o frustrato o incapace di raggiungere determinati obiettivi. Egli dovrebbe stimolare e consentire ai propri studenti di esprimersi marzialmente mantenendo intatte le caratteristiche fondamentali della disciplina.

Uno dei grandi maestri di Kung Fu stile Ving Tsun, il compianto Maestro Wong Shun Leung, avvertiva costantemente i suoi allievi su i pericoli di seguire ciecamente l’istruttore, copiando ogni suo movimento o accettando tutto ciò che dice come “sacrosanto”.

Egli ribadiva spesso ai propri allievi: “Dovete trasformarvi in Maestri del vostro sistema, non il suo relativo Schiavo”… “il Kung Fu è come la pittura di un dipinto, quando imparate a dipingere dal vostro insegnante, non potete essere esattamente come lui o lei, perché ci sono differenze nell’età e nell’esperienza e così ci devono essere delle differenze personali. La natura e la costituzione fisica, influenzano il senso in cui uno fa le cose. Inoltre, se fate esattamente ciò che fa il vostro insegnante, come la sua esatta copia, non esprimendovi non migliorate”.

Non sta dicendo ai propri allievi di inventare le cose, al contrario, egli crede che occorre tramandare ed esercitare le abilità delle arti marziali (in questo caso del Ving tsun) esattamente come egli stesso le ha imparate.

Tuttavia il Maestro Wong Shun Leung ci ha tramandato che ciascuno è diverso, che esistono livelli differenti di abilità. Per questo per tramandare l’essenza della disciplina marziale occorre trasmettere i concetti fondamentali ed i principi di base che gli allievi sono liberi di interpretare ed utilizzare a seconda del proprio modo di essere.

In definitiva essere un insegnante non significa essere un buon maestro.

La differenza tra un semplice insegnante e un buon maestro sta principalmente nell’impatto emotivo che ha sui propri studenti.

Difatti un buon maestro trasmette la propria passione per l’apprendimento, si impegna nel vedere i propri studenti crescere ed avere successo come individui, li supporta, li ispira, li motiva anche attraverso metodi di insegnamento innovativi, li incoraggia, favorisce un ambiente di apprendimento positivo e stimolante, lascia liberi i propri allievi di esprimersi come individui.

Mentre un insegnante può concentrarsi principalmente sulla trasmissione di conoscenze, un buon maestro va oltre, lavorando per ispirare, motivare e sostenere gli studenti in modo da aiutarli a realizzare il loro pieno potenziale non solo accademicamente, ma anche come individui e soprattutto come “artisti marziali”.